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Psicologia e Volontariato: il pensiero di PAZ

Aggiornamento: 14 nov 2019

“Quindi Aida siamo d'accordo, presso il nostro servizio lei svolgerà test neuropsicologici e proiettivi con i quali stilare un profilo psicodiagnostico e prenderà in carico una serie di pazienti con cui svolgere colloqui di psicoterapia. Il mercoledì mattina presenzierà alle riunioni di équipe dove si discuteranno con i colleghi i casi e si assegneranno le nuove richieste”

“Benissimo dottoressa, se per voi va bene oltre al mercoledì potrei venire in servizio il lunedì pomeriggio e nell'intera giornata di giovedì. Le ore obbligatorie da svolgere ogni anno sono 100, certo se fosse necessario posso farne anche di più...”

“Certo, come forse saprà avendo parlato con gli altri tirocinanti le richieste sono molte, inoltre per potersi esercitare adeguatamente e rendere l'esperienza realmente formativa sarebbe utile se non indispensabile ampliare il monte ore...”

Passano quattro Anni, nel Centro di Salute mentale Aida diventa figura di riferimento per il personale di servizio e per gli utenti. Al termine della scuola di specializzazione ha in carico due pazienti con cui non è ancora concluso il percorso di supporto.

“Dottoressa se lei è d'accordo pensavo di portare a termine il lavoro in corso con il signor X e la signora Y, anche se avrò già formalmente concluso la scuola e conseguito il titolo di psicoterapeuta”

“Assolutamente, possiamo formalizzare la sua presenza come frequenza volontaria. Sarà sufficiente che sia in regola con l'assicurazione e oltre ai percorsi già iniziati potrà continuare a collaborare con noi anche su ulteriori progetti, anche in vista di un arricchimento del suo curriculum e di eventuali opportunità future. In questo momento le risorse sono poche e possiamo offrirle altre possibilità, ma la situazione potrebbe evolvere...”.


Ogni riferimento a persone o eventi realmente esistenti è puramente casuale, ma per molti giovani psicologi e psicoterapeuti uno scenario come quello di Aida è stato o è tuttora parte del proprio percorso formativo/lavorativo. Le ASL e i servizi territoriali piemontesi prevedono infatti la possibilità per i colleghi di svolgere ore di “frequenza volontaria”, in cui acquisire esperienze e conoscenze tipiche di ciascuna posizione funzionale (come si legge ad esempio nel Regolamento Frequenza Volontari 2018 dell'ASL di Biella,


Si pone a riguardo un'importante specificazione semantica. Il volontariato è un'azione sociale che prende le mosse dal desiderio di migliorare il contesto in cui si vive e offrire aiuto e cooperazione a chi si trova in condizioni di svantaggio. L’attività di volontariato è quella di sostenere le iniziative di pace, gli aiuti umanitari e di assistenza, il monitoraggio dei diritti umani e il supporto di organizzazioni non lucrative di utilità sociale. Esiste a riguardo una ricorrenza internazionale celebrata il 5 dicembre di ogni anno, la “giornata mondiale del volontariato”, designata dalla risoluzione 40/212 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 17 dicembre 1985, a riprova del profondo valore connaturato all'attività dei volontari nei differenti contesti.


Riconoscendo pienamente la pregnanza e l'importanza del volontariato in quanto azione sociale risulta fondamentale distinguerlo da quel volontariato che indica in realtà una forma di lavoro non retribuito.


Volontariato e lavoro non sono sinonimi e non possono essere utilizzati come termini intercambiabili!


Il volontariato/lavoro svolto dai colleghi nella condizione di Aida è in realtà la maschera di un'azione mossa da un tornaconto personale e professionale (erogazione di una borsa di studio, collaborazione lavorativa, accesso ad un posto all'interno del servizio) e si presta ad essere usato in questo senso come una sorta di ricatto o di promessa di occupazione futura da parte dei tutor e dei primari. “Dopo un indefinito periodo di frequenza volontaria potrebbero forse comparire opportunità di collaborazione con il servizio” è il messaggio implicito che spesso accompagna la proposta per i colleghi volontari. Nei casi più gravi si assiste alla richiesta di ore di frequenza volontaria come prerequisito per poter svolgere le ore di tirocinio.

I motivi per cui è fondamentale arrestare il dilagare di questo fenomeno sono essenzialmente due:

  • la presenza di volontari va a colmare una carenza del servizio sanitario pubblico, limitando di conseguenza la ricerca di soluzioni e la creazione di opportunità lavorative

  • viene operata una selezione lavorativa che premia maggiormente il servilismo e la disponibilità senza condizioni piuttosto che le capacità e le competenze professionali.

La posizione di Paz è su questo punto netta: crediamo che debba essere eliminata all'interno del Servizio Sanitario Nazionale la figura del volontario, che ricopre ruoli e mansioni che dovrebbero essere garantiti da personale in organico nei servizi, che invece sfruttano manodopera a costo zero per sopperire ad obblighi che gli spettano per legge (vedi LEA).


L'intento che ci poniamo è di agire a livello istituzionale affinché vengano modificati regolamenti e disposizioni in merito. Riteniamo inoltre indispensabile fare pressione affinché le ore di volontariato non compaiano tra i titoli preferenziali per accedere ai concorsi pubblici e richiedere che le segnalazioni pervenute siano sottoposte al vaglio della Commissione Deontologica, dal momento che l'erogazione di prestazioni non retribuite lede la dignità della professione stessa.



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