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FORMAZIONE ed E.C.M.

Aggiornamento: 14 nov 2019

Scuola superiore. Classe VB. Interno giorno.

Cosa vuoi fare dopo il liceo?” “ah mi iscrivo a psicologia. Voglio aiutare gli altri e curarli.” Università. Aula colma di gente. Primo giorno di lezione. Interno giorno

“Sei sicuro della tua scelta?” “Assolutamente sì. Dopo ingegneria gestionale, fisioterapia, veterinaria ho subito pensato a psicologia.” “Ma quindi ti sei iscritto perché non hai passato gli altri test?” “Sì, sì, ma meglio così, perché è proprio la mia passione.”

Secondo le statistiche siamo la categoria con il più alto numero di iscrizioni universitarie, ma la più bassa come numero di professionisti impiegati nel mondo del lavoro. Vogliamo invertire questa tendenza. Un dato su tutti risalta in maniera nitida: siamo oltre cento mila, un terzo degli psicologi europei. Siamo passati dai 29.661 iscritti del 1998 ai 109.524 iscritti al CNOP nel 2018, di cui 7.543 all’Ordine Psicologi del Piemonte.


La maggior parte degli iscritti attivi ha un’età tra i 35 e i 45 anni: questo testimonia il fatto che non ci saranno uscite significative dal mercato del lavoro nei prossimi due decenni, la domanda di laureati magistrali sul mercato del lavoro risulta essere quindi nulla.

Alla luce di questi dati, ci si domanda: come mai così tanti giovani diplomati scelgono psicologia? Non conoscono queste statistiche? Perché i corsi di laurea in psicologia hanno un così alto gradimento, inversamente proporzionale alla richiesta di questa figura sul mercato del lavoro? Come mai nel sistema universitario manca una razionalizzazione delle iscrizioni? Per quale motivo la categoria fatica a farsi carico di queste problematiche e a trovare proposte atte a risolvere un così nitido problema?

Riteniamo che, per avere una visione a tutto campo della professione, sia sul lato formativo che sul versante lavorativo, sia fondamentale che l’Ordine collabori in maniera costante con l’Università, mirando a diminuire lo sbilanciamento che si è venuto a creare in questi anni fra i numeri degli laureandi e i professionisti che lavorano.

Complesso ospedaliero. Macchinetta del caffè. Due colleghi che parlano. Dettaglio su locandina. Zoom sulla parola ECM.


“Dai iscriviamoci a questo convegno. Costa poco e dà tanti ECM.” “Ma è sulla psicologia dello sport. Cosa c’entra con te che sei un neuropsicologo?” “Nulla, però devo raggiungere i crediti!”


Il mercato dei crediti, questo è uno degli scenari possibili a partire c’è da chiedersi se vince il prezzo o la qualità. questo è uno scenario a partire da 2020, come indicato nell’Accordo Stato-Regioni Art. 25[1], chiarito dal comunicato Age.Na.S. del 15/11/201[2] e specificato dal CNOP nel comunicato del 22/02/2019 tutti i professionisti iscritti ad un Ordine professionale sono tenuti all’obbligo della formazione ed aggiornamento continuo. Tale obbligo si è tradotto nella normativa ECM per le professioni sanitarie, tanto per i dipendenti pubblici quanto per chi lavora in ambito privato. Ad oggi non c’è ancora una legislazione chiara sulla questione, ma potrebbe armonizzarsi in poco tempo. Per questo è necessario che gli Ordini si organizzino per affrontare la questione nel migliore dei modi. Paz si propone di far diventare l’Ordine un provider accreditato ECM per evitare di doversi appoggiare a provider esterni che gravano sul bilancio. In questo modo l’Ordine diventa non solo garante, ma anche produttore di una formazione di qualità. È nostra intenzione finanziare ricerche e creare sinergie con altre istituzioni per tarare la formazione sui veri bisogni degli iscritti.


Paz propone che l’Ordine offra opportunità formative gratuite, nella forma di convegni, fad (webinar o ebook) con una specifica valutazione finale dell’apprendimento.

La normativa ECM prevede inoltre che si possa certificare un altro tipo di formazione, come quella sul campo, che nella nostra professione ha un peso notevole. Le supervisioni o le intervisioni che molti psicologi organizzano, potrebbero diventare dispensatori di crediti ed essere certificati.

Riteniamo importante, inoltre, mettere in risalto i contenuti che i Gruppi di Lavoro elaborano rendendoli materiale formativo accreditato.

Indipendentemente dall’obbligatorietà degli ECM, comunque, riteniamo che la formazione continua sia un tema fondamentale su cui investire. L’offerta formativa deve essere per i colleghi un’occasione di scambio, confronto, di crescita professionale e apprendimento costruttivo, non una spada di Damocle che pende sopra alle teste degli iscritti.



Per riassumere, Paz propone di:

1. Dare avvio ad un dialogo con l’Università per approfondire la tematica della crescita delle iscrizioni e riflettere su eventuali politiche di controllo del numero degli iscritti.

2. Offrire opportunità formative gratuite per gli iscritti, nella forma di convegni, fad o ebook.

3. Rendere l’Ordine provider ECM, in modo da evitare il ricorso ad agenzie esterne.

4. Valorizzare i contenuti prodotti dei Gruppi di Lavoro rendendoli materiale formativo accreditato

5. Fare in modo che l’ordine diventi garante del livello formativo dei propri iscritti occupandosi anche di individuare professionisti riconosciuti dalla comunità professionale per la creazione di eventi formativi o seminari di approfondimento.


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