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Chi è PAZ?

Aggiornamento: 5 mag 2019

Quando la professione diventa politica

Psicologia in Azione (PAZ) nasce dal desiderio di un gruppo di psicologi e psicoterapeuti di valorizzare e tutelare la professione psicologica. Attraverso un impegno attivo nella politica professionale PAZ vuole costruire processi istituzionali di legittimazione e riconoscimento.

Le radici da cui prendiamo avvio sono rappresentate dal Coordinamento degli Psicologi e Psicoterapeuti Piemontesi (CPPP https://coordinamentopsicologi.wordpress.com/), un movimento apolitico e apartitico nato nel 2010 da un gruppo di colleghi che, sentendo la frustrazione per le inadeguate condizioni formative e lavorative, ha cominciato a confrontarsi e a creare pensiero per uscire dall’isolamento e dalla rassegnazione di non poter modificare la situazione vissuta. Uno dei primi argomenti di confronto, ad esempio, è stato il tirocinio di specializzazione, segnato dalla difficoltà di trovare sedi che non chiedessero un monte ore minimo garantito superiore a quanto richiesto formalmente dal MIUR, creando situazioni ingestibili per chi stava lavorando per poter vivere e pagarsi al contempo la specializzazione in psicoterapia.

Ritrovarsi per condividere difficoltà comuni ha presto portato a guardarsi intorno per capire se anche altre professioni in Italia, o la nostra stessa professione di psicologo all’estero, vivessero disagi simili e come vi stessero facendo fronte. Un forte spirito di inclusione nel confronto ha permesso di conoscere anche altre insoddisfazioni, che non ci appartenevano personalmente ma venivano riportate da altri colleghi. Dopo circa due anni si è accumulato un bagaglio di informazioni tale da permettere di compiere analisi e considerazioni sempre più concrete e specifiche.

Nonostante all’inizio non vi fosse alcuna intenzione di prendere una direzione politica, ci si è accorti che un modo più operativo di affrontare le incongruenze della nostra categoria e le difficoltà che da queste sono generate era la via istituzionale. Abbiamo cominciato a chiedere al nostro Ordine una presa di posizione su questi ed altri temi ma le iniziative intraprese non hanno portato ad alcun risultato. Diverse volte ci si è scontrati con la mancanza di volontà politica nel prendere una posizione tutelante per la nostra categoria di fronte alle istituzioni. Comunicati, richieste di incontro e proposte di delibere, sono rimasti a giacere nei cassetti degli Uffici comunali o regionali.

Nove appartenenti al CPPP hanno così deciso di candidarsi alle elezioni del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte nel 2014, per portare, a partire dalle difficoltà quotidiane vissute dai colleghi, la volontà di attuare una visione politica che non facesse gli interessi di pochi privilegiati ma dell’intera categoria.

Questo spirito non si è mai affievolito negli anni, nonostante l’immobilismo decisionale provocato da una compatta quanto miope maggioranza della lista Altra Psicologia che in tutti questi anni ha potuto portare avanti la propria linea politica senza volerla né doverla discutere in consiglio, forte del fatto che i voti per approvare le proposte portate -ma non preliminarmente condivise- erano garantiti.

Oggi, a distanza di più di cinque anni da quelle elezioni, ci siamo accorti che molto poco è stato fatto a livello istituzionale per la nostra professione che anzi sta continuando a perdere credibilità e solidità. Abbiamo così fatto nascere PAZ, per portare avanti le istanze e la visione che già caratterizzavano il CPPP ma che nel tempo, a causa della gestione dell’Ordine, sono rimaste inascoltate.

Ad oggi i consiglieri che facevano parte del CPPP hanno deciso di non ricandidarsi, in accordo con l’idea che la politica professionale non debba diventare un sostituto del percorso professionale di ognuno di noi, ma un periodo di servizio a favore dell’intera comunità. Se questo non avviene, a nostro parere, si rischia di perdere il contatto con l’attualità e di portare avanti linee programmatiche desuete, come è stato fatto in passato nell’Ordine e come a volte viene fatto dalla nostra politica nazionale.

Non ricandidarsi non significa, però, non voler mettere a frutto l’esperienza fatta e le conoscenze apprese. Il CPPP ha voluto consegnare il testimone a PAZ in modo che ci sia continuità di intenti, di visione e al contempo la conoscenza dei meccanismi amministrativi, formali e burocratici per poter portare avanti in modo concreto le idee politiche.

L’Ordine degli Psicologi del Piemonte non è un provider di servizi, ma un organo con il compito istituzionale di promuovere e tutelare la professione ad ogni livello: tra colleghi, verso l’utenza e con le istituzioni. Promuovere nel senso di far progredire dando impulso, recuperando il significato più esteso e complesso di questo termine, non riducendolo alla mera funzione pubblicitaria e di diffusione. Tutelare nel senso di difendere e salvaguardare contro eventuali danni la categoria professionale, sviluppando ciò che serve a tale scopo.

Un tema fondamentale è ancora oggi il lavoro, o, per essere più precisi, la mancanza di lavoro per gli psicologi. Il paradosso è che sta aumentando sempre più il bisogno delle prestazioni psicologiche, la sofferenza è dilagante, ma sta diminuendo l’investimento, in termini economici, nella psicologia come professione, nonostante la prevenzione del disagio porterebbe un risparmio per la società e per le istituzioni, in primis per le Aziende sanitarie, come evidenziato da diverse ricerche socio-economiche.

Altro punto per noi centrale è rappresentato dalla partecipazione: il coinvolgimento degli iscritti, stimolando e ascoltando le istanze degli psicologi e psicoterapeuti del Piemonte, rappresentandone i bisogni e i disagi, tenendo conto delle diverse aree di interesse e di intervento, dal nostro punto di vista, è essenziale. Un Ordine funziona se è rappresentativo e per continuare ad esserlo ha bisogno dei suoi iscritti.

É importante che l’Ordine degli Psicologi sia presente ai tavoli di lavoro e nei contesti formali in cui si prendono decisioni che coinvolgono l’intera categoria professionale, come nell’area sanitaria, socio-assistenziale, forense e altre in cui si decidono questioni riguardanti la salute e la cura, anche in collaborazione con altre professioni. É necessario che l’Ordine diventi una forza politica che faccia sentire la propria voce di fronte a tematiche importanti come l’immigrazione o la tutela della persona e dei suoi diritti, riacquistando autorevolezza.

Ancora oggi la nostra professione teme la presenza di altri interventi che molto si avvicinano e ad un occhio poco attento si confondono con la psicologia. Occorre valorizzare ciò che di virtuoso esiste: le buone prassi di molti colleghi spesso non hanno la possibilità di avere un adeguato riconoscimento istituzionale grazie al quale potrebbero diventare linee guida a favore della categoria tutta.

[In estrema sintesi questo è il pensiero di PAZ, la sua visione e la sua direzione politica]

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