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Piacere, Psicologia.

Aggiornamento: 14 nov 2019




A come Ansia, B come Borderline, C come Catatonia, D come Depressione. E così via fino allo Zeitgeist che caratterizza i pensieri e i discorsi intrisi di alfabeto psicologico che tanto si sentono circolare.

Quanto questo psicologhese sia forma povera di contenuto è un’amara consapevolezza che sovente viene evocata nei confronti fra colleghi che tuttavia non sembra aver trovato il modo di venire sciolta o superata. La matassa semantica si accompagna alla confusione che avvolge i ruoli dei professionisti: per l’opinione pubblica –e talvolta anche per i diretti interessati- non è sempre facile definire il confine fra psicologo, psicoterapeuta o psichiatra. Di conseguenza tanto le diverse branche che storicamente caratterizzano la psicologia quanto gli ambiti emergenti si muovono in questo dedalo come vagabondi personaggi in cerca d’autore. A completezza di tale ingarbugliato scenario non dovrebbe stupire la comparsa di antropofilocosi e affini che si autodefiniscono e vengono riconosciuti come esperti in tema di sofferenza psichica. Emblema di tale Far West sono i counselor, figura indefinita e indefinibile che tanto mette in crisi i nostri paradigmi. Rispetto a ciò la posizione di Paz è netta e definita: la professione di counselor tout court, come sostituto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta, non ha senso alcuno di esistere. Le competenze di counseling, intese come metodologie relazionali per rispondere adeguatamente alle esigenze di aiuto e sostegno dell’altro, hanno invece pieno titolo di entrare nel bagaglio di altri professionisti. Uno dei ruoli dello psicologo può essere quello di formatore di tali competenze. Assistenti sociali, avvocati, medici, operatori sanitari che si formino in questo senso possono arricchire il proprio operato, senza che questo si sovrapponga in alcun modo all'intervento psicologico. Un bravo terapeuta conosce le differenze fra antipsicotici e antidepressivi, ma non per questo prescrive cure farmacologiche.

Allargando lo zoom, possiamo portare il discorso sotto il cappello della tutela. Il CNOP ha stilato una serie di linee guida volte ad identificare gli ambiti di intervento propri della psicologia[1]; rispetto agli ambiti emergenti e al piano nazionale cronicità sono stati redatti nell'ultimo anno documenti mirati alla definizione delle caratteristiche (del professionista in primis) necessarie per un intervento adeguato[2]. Come Paz riconosciamo e difendiamo l’importanza di avere chiarezza istituzionale ai fini della tutela degli iscritti e della popolazione, per cui riteniamo fondamentale la diffusione e la difesa di tali contenuti.

Il discorso sotteso a questi scenari è tuttavia più ampio e complesso, e va oltre i territori della tutela. Un ulteriore ampliamento di sguardo pone al centro della riflessione una tematica di tipo identitario. Viviamo un momento storico di rapidi e continui mutamenti -tecnologici, geografici, politici, economici, sociali- che porta con se una ridefinizione dei bisogni individuali e collettivi e che vede l’emergere di nuove forme di relazione e di aggregazione sociale. La riflessione psicologica e la diffusione di una corretta cultura psicologica paiono più che mai fondamentali. Per poterle rendere possibili è tuttavia imprescindibile che la psicologia stessa si presenti in maniera esplicita.

Nel riconoscimento e nell'affermazione del valore intrinseco alla molteplicità di approcci e di paradigmi che compongono il nostro mosaico identitario, cosa scriviamo alla P di Psicologia nel dizionario del senso comune? Nel confronto costruttivo con l’Università e con il mondo della ricerca, è necessario che l’Ordine si faccia promotore della condivisione di significati fra gli iscritti, in dialogo con il CNOP e rispetto alla popolazione. A questo proposito, in un’epoca in cui la presenza sui media è fondamentale per la relazione con il grande pubblico, è fondamentale che l’Ordine istituisca un Ufficio Stampa. Come Paz riteniamo che gli psicologi possano e debbano esprimersi sugli eventi che accadono e sulle scelte politiche del nostro Paese, configurandosi come una voce autorevole e riconosciuta dalla comunità.




[2] Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, (2019). Il ruolo dello psicologo nel Piano nazionale cronicità. Quaderni del CNOP, n.2.. Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, (2019). Ambiti emergenti in psicologia. Quaderni del CNOP, n.4.

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